Per quasi un’ora al Dabliu abbiamo assistito ad una formazione padrona del campo, capace di espugnare un terreno rimasto indigesto anche alla prima della classe. Il Cotton si iscrive ancora una volta all’albo dei record, poiché i biancocelesti non avevano mai perso in casa in una gara di campionato, l’unica sconfitta era arrivata ai quarti di Coppa Italia dopo un’entusiasmante rimonta del Bar Cristal. E dire che i biancocelesti erano anche riusciti a tornare in partita, tuttavia il momentaneo pari e l’arrembaggio finale non sono bastati per far vacillare le certezze degli ospiti.
LA GENTE VUOL SAPERE CHI NON SIAMO E NOI GLIELO DICIAMO… – Il Cotton Club come un leone ferito, dopo il pari contro la Goldbet di Cencetti, brama di dimostrare a tutti che i tre scudetti vinti di fila non sono un ricordo ingiallito dal tempo ma un dato di fatto. Contro la Lazio i campioni d’Italia sfoderano tutto il proprio repertorio, fatto di orgoglio, grinta e supremazia. E pazienza se 30 secondi dopo aver segnato l’1-0 con Nolano, arriva la rete di Martini a ristabilire la parità. Altri si sarebbero arresi o demoralizzati, gli ospiti hanno ripreso ad attaccare a testa bassa. Con l’SSD Lazio che si chiude bene, facendo arretrare tutti gli uomini dietro la linea del pallone, sbloccarla diventa difficile, ecco allora che la ditta di Piccheri si aggrappa al suo registro Artistico. Il numero 11, con la complicità della barriera, dipigne una punizione che filtra tre gli scarpini biancocelesti. Più che una pennellata delicata, alla Taddeo, Mario Artistico decide di ispirarsi alle tele di Lucio Fontana. Uno squarcio nella partita e nel destino del Cotton che ha ancora tre gare a disposizione, a dispetto delle due dei giallorossi, per raggiungere il quarto primo posto di seguito.
LE DOLENTI NOTE – A voler fare le pulci alla seconda forza del campionato, analisi che Zamperini e compagni dovranno sicuramente fare per preparare al meglio il rush finale e il cammino play-off, rimangono degli interrogativi. Il gol del pari di Martini evidenzia un calo di concentrazione, stigmatizzato anche da Santarelli a fine partita, che è quanto di più scostante da quella che è la mentalità dei campioni in carica. Un altro elemento che fa riflettere è il nervosismo visto in campo, di Nolano su tutti. Il numero 24 dopo un acceso diverbio con Giuseppucci, che cercava di dargli indicazioni dalla tribuna, ha preferito abbandonare in terreno di gioco, restando a seguire i suoi dalla panchina, e lasciando il posto ad Alessio Empoli. Che siano segnali di logoramento e accoramento per la pressione e la stanchezza mentale oppure dimostrazioni di aspirazione e volontà? Sarà solo il tempo e i risultati a sciogliere ogni dubbio.
BELLA, MA NON BASTA – È il commento dell’organo di stampa biancoceleste, parziale per natura, che non riesce a cogliere appieno l’incontro di ieri. La Lazio ha saputo essere cinica, pareggiando i conti, al primo tiro in porta e ricacciando in gola l’esultanza degli avversari. Ciononostante sull’1-1 la formazione di Benedetti si è abbassata restituendo nuovamente il pallino del gioco. Neanche gli ingressi di Mariani e Cesar (ex di giornata), sono riusciti ad incidere. Per svegliare i biancoblu è servito il gol dell’1-2, a quel punto il baricentro si è alzato ed è arrivato qualche tentativo dalle parti di Proietti Gaffi. Reazione troppo tardiva e flebile per una società che ambisce a dare battaglia nei Play-Off. Di sicuro non hanno aiutato dichiarazioni arrivate dall’ambiente laziale che davano per archiviata la questione qualificazione ai play-off. Con un Peperino lanciato, proprio dopo la vittoria nello scontro diretto con la compagine di Liguori, i biancoazzurri potrebbero imparare a proprie spese la differenza che c’è tra un piazzamento al terzo o al quarto posto.
Emiliano Pirri
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