Le luci del Garbaglia si accendono per il posticipo della 21esima di Serie A. La sfida mette di fronte i padroni di casa del Bar Cristal alla caccia del consolidamento del sesto posto e la Roma Calcio A8 Green Club che ha il compito di riagganciare in vetta il mai domo Cotton Club.
RESURREZIONE! – Nelle ore di avvicinamento al match, mister Ferretti poteva aver intuito qualcosa, ma non si sarebbe mai potuto immaginare di ritrovarsi davanti un Bar Cristal di questa portata. Per lunghi tratti le tigri del litorale e la Roma Green Club si sono scambiate colpi alla pari, fin quando è uscita fuori la forza dirompente della squadra di casa capace di scatenare una forza d’urto implacabile. Sarà 4 a 1 al triplice fischio e pensare che gli uomini di Eramo avevano iniziato finendo sotto di un gol complice un grossolano errore di Sejdini, bravissimo a farsi perdonare subito dopo mettendo a segno il gol del pari, che darà il via ad un crescendo inarrestabile dei giallo-neri il quale alla fine, con il sostanziale contributo di Di Mario e Mortaroli condurrà al successo finale.
NEL CIELO DEL BAR CRISTAL SI ‘RIAFFACCIANO’ LE STELLE – Strategie, schemi, tattica, intuizioni e lettura della gara… per carità, tutte belle cose che messe insieme possono tornare certamente utili. Ma il calcio non è la fissione dell’atomo direbbe qualcuno, questo è uno sport semplice, e se puoi schierare i tuoi giocatori migliori, questi ti fanno la differenza, e il più delle volte ti regalano i tre punti. Di Mario e Mortaroli, Mortaroli e Di Mario, entrambi rientravano oggi dopo una lunga assenza patita per colpa di fastidiosi infortuni, entrambi autori di una prova esagerata… entrambi trovano il gol… e che gol! Bello e decisivo quello del numero sette con il quale le ‘tigri del Litorale’ prendono il largo, fondamentale e spietata la doppietta del numero 9. Con due giocatori di questo livello ritrovati e con la speranza di rivedere anche Franci (ancora miglior realizzatore della squadra di Eramo) l’incombente playoff del Bar Cristal potrebbe non avere limiti.
Marco Zinghini