In una gara che serviva più alla gloria che alle speculazioni di classifica, l’unico obiettivo era appunto quello di alzare la coppa. Già, dal momento che per essere promossi, a conclusione della competizione, era sufficiente raggiungere la Finale. Abbiamo dunque assistito ad un antipasto di quella che sarà la Serie A 2018/2019, che preannuncia, come da diversi a questa parte, tante novità. Il ritmo della gara non era infernale, poco adatto ad una finale, ma tanti dei calciatori che hanno calcato il campo di Via di Centocelle hanno dimostrato di poter diventare primi attori in quello che sembra a tutti gli effetti un cambio della guardia.
BERSAGLIO IMMOBILE – Il percorso di avvicinamento alla Finale del Magnitudo era stato di gran lunga più pulito e lineare rispetto a quello degli avversari, 5 vittorie di fila senza mai dover passare per i calci di rigore. Rigori invece ai quali i ragazzi di Pasquali erano ricorsi per ben due volte, con due squadre però di tutto rispetto. Oltretutto, in Semifinale, con il Testaccio gli Hammers avevano vinto ai rigori dopo aver rimontato un passivo di 2-0. Dunque il cammino sporco dei Martelli più che ad un gruppo andato avanti per il rotto della cuffia, faceva pensare ad una corazzata esperta e preparata. Premesse che si sono realizzate dai primissimi minuti della Finale. In un inizio di partita ostruito, Mellaro & Co. hanno intuito che la chiave di volta del match potessero essere i tentativi dalla distanza. Pertanto non appena i ragazzi avevano la visuale della porta sgombra, il capitano su tutti, prendevano la mira e sparavano verso il bersaglio. Tattica intelligente, usata spesso alla Stella Azzurra, e che ha permesso, anche se in maniera latente di sbloccare la partita.
PRIMA CHE IL GALLO CANTI – Proprio grazie ad una deviazione su un tiro da lontano di Giordano Mellaro, la squadra ospite si guadagna il calcio d’angolo dal quale scaturisce il vantaggio. In verità io vi dico che prima che Simone Gallo canti, dopo la girata che vale l’1-0 e il quindicesimo gol stagionale, erano già arrivati dei segnali premonitori sulla serata nera che aspettava la retroguardia della Magnitudo Calcio. L’errore sul cross dal corner è quello più eclatante, la traiettoria che serve il numero nove è lenta e bassa eppure i giocatori in maglia bianca permettono che arrivi fino al dischetto dall’area di rigore, mandano su tutte le furie mister Scotto. Da quel momento in poi gli Irons possono giocare di rimessa, mettendo alle strette la ditta di Simone Rossi e permettendo al numero 10 granata-celeste di siglare il raddoppio. Come espresso già all’inizio, al di là di come sia finita entrambe le compagini possono ritenersi soddisfatte così come tutto il movimento della Lega Calcio a 8, per aver ritrovato in Serie A personaggi storici del calibro di Augusto Pasquali,Capitan Mellaro e Manolo Leacche, ma anche per aver reclutato talenti come Matteo Costa, Jonathan Pelusi, Valerio Sciuto e il duo dei Calamita.
Emiliano Pirri
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