Un pareggio che rappresenta un brutto passo falso per il Cimina, che in piena corsa per i play off, si fa fermare tra le mura amiche del Perugini contro un Favl che, un punto sotto, vuole provare a credere negli spareggi.
Primo tempo. L’inizio non è su ritmi alti, ma è la squadra di casa a provare a creare qualcosa in più L’uomo più pericoloso è senza dubbio il numero nove Quitarrini, abile nel proteggere il pallone e far salire la squadra. Lo stesso centravanti, però, non è troppo preciso sotto porta. Le occasioni più grandi per il Cimina capitano nel giro di pochi minuti, prima con Andreoli, che centra il palo in diagonale, poi con Mastrangeli, a cui viene annullato un gol per furigioco dopo il calcio di punizione di Pallotta. Il Favl quasi mai si rende pericoloso dalle parti di Piazza. Al contrario la formazione ospite, al di là di qualche amnesia difensiva, fa buona impressione in fase di non possesso. Il primo tempo termina comunque a reti inviolate.
Secondo tempo. Nella ripresa ci si aspetta qualcosa in più, almeno dalla formazione di casa, dato che il Favl sembra accusare la stanchezza. La formazione di casa, però, non riesce quasi mai ad impensierire Marcomigni nella prima mezz’ora del secondo tempo. Le due squadre non sembrano trovare il bandolo della matassa, ma la gara si accende nei minuti finali. Prima ci prova Andreoli, che da dentro l’area tira centrale, poi Selvaggini. È proprio sui piedi del numero 15 che capita l’occasione più ghiotta della ripresa. Selvaggini infatti, imbeccato bene d un filtrante di Pallotta si presenta a tu per tu con il portiere avversaria tirando però lentamente. Il Cimina rischia anche la beffa, perché dopo un errore difensivo, Mingione si invola da solo verso la porta, sereve una grande risposta di Porta per mantenere l’equilibrio, che dura fino alla fine. Termina infatti 0-0.
C’è rammarico per il Cimina, che a due giornate dal termine, ha 4 punti di svantaggio dal terzo posto che vale i playoff. L’ultima occasione per rientrare in corsa c’è domenica, quando i rossoblu faranno visita al Robur Tevere terzo. Sembra soacciato, invece, il Favl, costretto a rimanere al quinto posto.
Federico Leoni
Primo tempo. L’inizio non è su ritmi alti, ma è la squadra di casa a provare a creare qualcosa in più L’uomo più pericoloso è senza dubbio il numero nove Quitarrini, abile nel proteggere il pallone e far salire la squadra. Lo stesso centravanti, però, non è troppo preciso sotto porta. Le occasioni più grandi per il Cimina capitano nel giro di pochi minuti, prima con Andreoli, che centra il palo in diagonale, poi con Mastrangeli, a cui viene annullato un gol per furigioco dopo il calcio di punizione di Pallotta. Il Favl quasi mai si rende pericoloso dalle parti di Piazza. Al contrario la formazione ospite, al di là di qualche amnesia difensiva, fa buona impressione in fase di non possesso. Il primo tempo termina comunque a reti inviolate.
Secondo tempo. Nella ripresa ci si aspetta qualcosa in più, almeno dalla formazione di casa, dato che il Favl sembra accusare la stanchezza. La formazione di casa, però, non riesce quasi mai ad impensierire Marcomigni nella prima mezz’ora del secondo tempo. Le due squadre non sembrano trovare il bandolo della matassa, ma la gara si accende nei minuti finali. Prima ci prova Andreoli, che da dentro l’area tira centrale, poi Selvaggini. È proprio sui piedi del numero 15 che capita l’occasione più ghiotta della ripresa. Selvaggini infatti, imbeccato bene d un filtrante di Pallotta si presenta a tu per tu con il portiere avversaria tirando però lentamente. Il Cimina rischia anche la beffa, perché dopo un errore difensivo, Mingione si invola da solo verso la porta, sereve una grande risposta di Porta per mantenere l’equilibrio, che dura fino alla fine. Termina infatti 0-0.
C’è rammarico per il Cimina, che a due giornate dal termine, ha 4 punti di svantaggio dal terzo posto che vale i playoff. L’ultima occasione per rientrare in corsa c’è domenica, quando i rossoblu faranno visita al Robur Tevere terzo. Sembra soacciato, invece, il Favl, costretto a rimanere al quinto posto.
Federico Leoni