Dalla tensostruttura di via della pace, va in scena la ventesima giornata del campionato di serie B, girone D. I padroni di casa della Virtus Valmontone, dopo la sconfitta esterna nel derby contro Palestrina, vogliono ripartire superando l'ostacolo basket Scauri, a quota 20 punti in classifica.
Inizio di gara a ritmo play-off. Entrambe le compagini difendono aggressive all'interno del perimetro, scalando a rotazione sui tiratori più pericolosi. Per i padroni di casa si delinea sin da subito il pano di gioco, con Scodavolpe che gestisce il possesso cercando a più riprese i movimenti di Bisconti all'interno del pitturato. Scauri invece, si appoggia inizialmente sulla vena realizzativa di Ciman, abile a crearsi lo spazio in palleggio per i tentativi da oltre l'arco, e sugli inserimenti senza palla di Moretti. Fra le due squadre è un botta e risposta continuo, ma alla pausa è la Virtus a comandare sul 48-46.
Si torna sul parquet per il terzo quarto e Scodavolpe da tre punti, lancia un segnale nitido sulle intenzioni della propria squadra. Valmontone aumenta ulteriormente il ritmo, il pressing è costante e Scauri fatica a crearsi spazio tra la 2-3 difensiva dei laziali. Intanto coach Mattioli sfrutta a pieno la panchina a disposizione (fondamentale il ritorno di Pierangeli nelle rotazioni) per preservare le energie, oltre che il numero di falli dei suoi uomini cardine. Nel quarto periodo però, torna prepotentemente sul pezzo Longobardi (chiuderá con 26 punti) il quale, oltre a farsi apprezzare per i raddoppi difensivi, crea scompiglio in zona d'attacco grazie alla sua notevole tecnica. Nel momento della veritá, è Ruiu a trovare la tripla risolutoria che consente ai padroni di casa di tornare alla vittoria (91-85).
Valmontone vince e convince, sovverte tutti i pronostici della vigilia e raggiunge la doppia cifra in classifica. Un successo importante, che può dare morale ad un gruppo che deve scongiurare il prima possibile il rischio play-out. Scauri si lecca le ferite, l'atteggiamento difensivo nell'ultimo periodo non è stato dei migliori, la giornata di grazia di Longobardi non è bastata.
Danilo Calicchia