Quando si trovano uno di fronte all’altro (De Bernardo ndr), nelle loro menti rapide a 60 battiti di cuore al minuto scatta qualcosa di ancestrale. Come se dimostrare all’altro di essere il “numero uno tra i numeri uno” sia una questione che prescinde dal difendere dati pali in date porte in data partita. Santarelli contro De Bernardo è Coppi-Bartali e Alì-Foreman in una volta sola. Si narra che nel loro abbraccio a fine gara, tra i guantoni sia passata una zanzara...parata anche quella (maledizione! ndr)
VOTO 9,5: SIMONE, POSSO SEGNARE?
Il risultato finale, tanto abbondante quanto appariscente, potrebbe trarre in inganno gli osservatori meno attenti. La raffica dei gol rischia di indirizzare i riflettori, monopolizzandoli, solo sugli attaccanti di casa. Chiariamoci fin da subito, i terminali offensivi hanno svolto una prestazione da urlo. Tuttavia la loro sicurezza pone le basi sulle solide fondamenta della retroguardia della ditta di Giuseppucci. Il pilastro portante non può che essere Santarelli, capace di neutralizzare ogni tipo di scorreria avversaria. La forza dell’estremo difensore risiede nella concentrazione, che permette alla saracinesca del Cotton di essere pronto all’uso negli sporadici casi, ma fondamentali, in cui viene chiamato in causa. In perfetta empatia con il nuovo Presidente degli Stati Uniti, Santarelli è in vena di erezione di muri. Poichè il numero uno reatino non si limita a sorvegliare lo specchio dello porta, al contrario si arma di cazzuola e calce per renderla inespugnabile.
VOTO 9: IL MURO DI TRUMP
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