La pausa estiva fra lo scorso campionato e questo è stata brevissima. Ciò tuttavia non ha impedito ad alcune squadre di cambiare tasselli importanti nelle proprie scacchiere e tra queste vi è sicuramente la Juventus, alla guida tecnica della quale è stato messo Andrea Pirlo, alla prima esperienza in assoluto fra i grandi. Proprio in virtù di questo dato di fatto, vi era molta curiosità di capire se e in che modo l'ex giocatore di Brescia, Inter, Milan e Juve, avrebbe modificato il modo di stare in campo dei bianconeri.
Nonostante il Budget non fosse particolarmente consistente, Paratici e collaboratori si sono resi protagonisti di numerosi movimenti sul mercato che hanno portato all'acquisto fra gli altri di nomi del calibro di Chiesa, Kulusevski, Mc Kennie, Morata (al ritorno in bianconero) e Arthur, che ha preso il posto di Miralem Pjanic. Tanti uomini nuovi dunque per il nuovo allenatore juventino, che in queste prime 7 giornate non si è risparmiato di sperimentare diversi moduli, utilizzando praticamente quasi tutti gli interpreti a sua disposizione. Il risultato è stato vedere tante Juventus in campo, alcune costruite anche in base agli avversari, con risultati altalenanti e talvolta anche contraddittori. Per esempio, a dimostrazione di questa mancanza di continuità di prestazioni e risultati, è anche successo che a partite giocate in maniera egregia, vedi il promettentissimo esordio contro la Sampdoria, sono seguite performances a dir poco discutibili.
Dal punto di vista della classifica i bianconeri non godono di una situazione troppo positiva. Con una partita da recuperare Ronaldo e compagni si trovano già a 8 punti dalla vetta occupata dal Milan. Ma a proposito del portoghese, è lui forse l'unica certezza fin qui per Pirlo, a testimoniarla è la sua media gol inquietante. La stagione è appena iniziata, il tecnico bresciano ha dalla sua il tempo, ma soprattutto la fiducia di Agnelli e dirigenza nei suoi confronti, ma c'è una cosa in particolare con la quale Pirlo dovrà fare sempre i conti: alla Juventus vincere non è importante, è l'unica cosa che conta.
Riccardo Giannotta