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La marcia della Lazio Calcio a 8 si ferma dopo 6 vittorie. Nella 7a giornata arriva il primo stop, un’inaspettata sconfitta per 4 a 3 contro la 5% Vecchie Glorie.
SOGNI E REALTA’ - “Proveremo a far punti anche con la Lazio” aveva detto settimana scorsa Diego Tomei. Era parsa una dichiarazione di rito, una dimostrazione d’orgoglio a seguito della vittoria importante ottenuta contro il Campus, ma nulla di più. Dai, parliamo seriamente. La Lazio ha appena battuto in serie Tormarancia, Campus Biomedico, Atletico Garra e Sporting Blues: prima o poi si fermerà, ma non sembra questo il momento.
E INFATTI… - Certo, il gol al 5’ minuto di Onofri, – che mette in rete un fallo laterale di Paifelmann – da per un attimo la speranza di vedere una partita quantomeno equilibrata. Ma è, appunto, un attimo. Perché 30 secondi dopo Gavioli prende e calcia in porta da casa sua rimettendo subito le cose in chiaro: bella la grinta, bello il cuore, ma i biancocelesti non si battono. E se gli fai gol, ti tagliano la gioia in gola pareggiando mentre ancora hai le braccia al cielo. Stasera la Lazio è pure fortunata, tra l’altro. Va in vantaggio approfittando dell’involontario assist dell’arbitro, colpito da un lancio di Fazio: Martini e Sammarco non si fanno pregare e confezionano il 2 a 1. Poi, siccome è una grande squadra, ti fa anche il 3 a 1 con un azione bellissima, finalizzata ancora una volta dalla coppia Sammarco-Martini. È andata dai. Il primo tempo sta per terminare. L’esito della partita è già abbastanza chiaro.
E INVECE… - Come si fa a recuperare in un tempo due gol alla Lazio, che in sei partite ne ha presi solo cinque? Forse lo ha pensato anche Galeotti, mentre aspettava che il pallone respinto di testa da Crisafulli scendesse più o meno all’altezza del suo ginocchio, per provare a calciarlo in porta. Il destro del numero 2 delle Vecchie Glorie è sporco, ma basta a battere Rampi: al riposo si va sul 3 a 2. Il problema è che, si sa, la Lazio di Benedetti spesso dà il meglio (e vince le partite) nella seconda frazione di gioco. E infatti Napoli avrà un gran da fare. Mette in angolo una conclusione di Pentassuglia, chiude col corpo la porta ad Enrique, si salva sul colpo di testa di Crisafulli. Ma quanto può durare un assedio? Prima o poi la chiude la Lazio. L’ha sempre fatto, finora.
Qualcosa non torna però. Siamo oltre la metà del secondo tempo, e Stinziani si sta infilando in un vicolo cieco tra tre difensori biancocelesti. Viene chiuso, ma il pallone arriva a Paifelmann, che per qualche motivo ha abbandonato il suo posto in difesa. Il numero 5 si alza il pallone, calcia, Rampi respinge ma sui piedi di Fiammelli, che insacca per il pareggio. Tre a tre. È il 19’. Mancano sei minuti alla fine, anche qualcosa meno. Forse non è la solita partita, questa. La Lazio si butta avanti e arriva per tre volte vicina - molto vicina - al gol, ma in qualche modo le Vecchie Glorie tengono. Al 23’ riescono anche a partire in contropiede. Peruzzini corre palla al piede, affrontato da Diotallevi. In due coprono Stinziani, ma nessuno si accorge che dalla destra sta tagliando dentro Simone Barbieri, che in tutto il match ha giocato per al massimo una decina di minuti. Peruzzini lo vede ed effettua il passaggio. Il numero 18 va incontro al pallone, apre il classico piattone e lo indirizza verso l’angolino. Non arriva a chiudere in tempo Crisafulli, non riesce a toccarla Rampi. È gol. Quattro a tre.
Finirà così una partita bellissima, intensa fino all’ultimo istante. La Lazio è e resta la grandissima squadra che abbiamo imparato a conoscere. Stasera però i complimenti - e, giustamente, la gloria - vanno ai ragazzi della 5% Vecchie Glorie, che con una prova di cuore, sudore e agonismo hanno portato a casa una vittoria di cui possono davvero essere orgogliosi. Non scherzava, settimana scorsa, Diego Tomei.
Daniele Battistelli
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