Giovannone: "Non parliamo di destino, titolo meritato. La A? Non mi manca"

Il presidente campione d'Italia in carica racconta la sua storia nel futsal d'Elite: "Ho sempre amato i giocatori che lottano per la maglia".

Ogni progetto vincente nasce da un sogno, portato avanti e cullato con audacia e determinazione. Quello di Claudio Giovannone è sempre stato ambizioso, mai banale e soprattutto convincente. Se l'Asti Calcio a 5 ha lasciato un segno indelebile in questo sport lo deve in gran parte agli investimenti e alla passione del suo presidente. D'altronde, passare dalla serie D alla A con 5 promozioni consecutive (un record nella storia della disciplina e anche nell'intero mondo sportivo italiano) non è da tutti; è frutto di idee chiare, investimenti, di organizzazione e di fame di vittorie. 

Il finale dello scorso anno ha un qualcosa di romantico, con la prima vittoria della scudetto nella massima serie nell'ultimo anno (già precedentemente annunciato) in serie A, avvenuta paradossalmente con uno degli Asti meno attrezzati degli ultimi anni. Ma il bello dello sport è anche questo. Uscire dal mondo delle grandi con il più bello dei lieti fine rimarrà qualcosa di indimenticabile, così come i tanti aneddoti e le numerose persone facenti parte della squadra e del suo staff. Sarebbero troppi da elencare, ma non si può non menzionare lo storico capitano Ramon e Milosevic, ancora oggi presente nel (nuovo) progetto del club.

Da protagonista a spettatore. Giovannone, a cui non manca la massima serie, vede 4 favorite: Napoli, Acqua & Sapone, Luparense e Pescara, quest'ultima considerata la più forte dal patron piemontese grazie al valore aggiunto di mister Colini. 

 

La decisione di lasciare e di ripartire dalla D, con conseguenti polemiche soprattutto da parte dei tifosi, i quali hanno forse dimenticato troppo in fretta i tanti sacrifici fatti per la realizzazione di questo sogno: dieci anni di grandi soddisfazioni, con qualche piccola delusione che non vale la pena considerare. Giovannone che dichiara apertamente di non aver mai visto bene il vecchio corso dirigenziale della Divisione Calcio a 5, "poco onesta e sempre pronta a fare i propri interessi", ha spinto tanto Andrea Montemurro, "porta freschezza ed entusiasmo ad un movimento che nel giro di pochi anni sarebbe stato destinato a scomparire".
 

 

Ora un nuovo capitolo, caratterizzato dalla gioventù. Un nuovo progetto sempre nel mondo dello sport ma strettamente legato ai giovani della zona. Una grande idea che offre a tutti i ragazzi la possibilità di poter far parte di una squadra, anche alle famiglie economicamente meno agiate. L'educazione, il rispetto e l'istruzione scolastica sono tre leggi fondamentali da seguire.

La serie A è un capitolo passato, anche se non è da escludere in futuro un possibile ritorno tra le grandi del futsal italiano. Nel frattempo, il presidente Giovannone continua a lavorare nel sociale per togliere i ragazzi dalle strade e per allontanarli dalle cattive compagnie, facendo grandi cose, sognandone ancora alcune forse ancor più grandi.