La sfida dell'andata è solo uno sbiadito ricordo. Ne riappaiono i fasti con qualche flashback sporadico. E dire che le condizioni per permettere agli Hammers di tornare a fare punti c'erano. Il pre-partita del Cottini è stato a dir poco rumoroso, gli squali biancoverdi non si limitano ad affermare nelle varie interviste di venire al campo per divertirsi (come tutti gli altri gruppi della Lega), bensì si divertono veramente, scherzando nello spogliatoio. I cori, le risate e le urla che provengono dalla panche dei padroni di casa sono fragorosi. Di solito un atteggiamento di tale genere è interpretato negativamente da allenatori ed addetti ai lavori, poichè potrebbe preludere ad un approccio morbido al match. Ed è proprio quello che succede nei primi minuti dell'incontro. Altro fattore, non di poco importanza, è la voglia di Pasquali & Co. di dimostrare che l'imminente retrocessione è solo una tragica coincidenza. Fino al duplice fischio i martelli riescono perfettamente nel loro intento, col passare del tempo, però, vengono sopraffatti dalla stanchezza fisica unita alla, sempre più determinante, penuria di giocatori freschi da inserire a partita in corso.
BUONA LA PRIMA - La condotta tattica degli Hammers, chiamata a scendere nella tana dei lupi, è più che efficace. La squadra in maglia grigia permette agli avversari di svilluppare le proprie trame sino alla trequarti campo, per poi recuperare palla e ripartire. Il Cottini ne ha un piccolo assaggio già dopo un minuto di gioco: con Merelli in versione Leacche, il tiro del numero 9 trova solo la rete esterna. Il gol dei martelli arriva al 5° minuto. A procurarsi il calcio d'angolo, dal quale scaturità il gol, è Malinconico nella veste di Mellaro. L'interpretazione del numero 10, a dirla tutta, è poco fedele, poichè il calcio di punizione crossato dal diez, che poi finisce in angolo, sarebbe sicuramente stato indirizzato verso la porta dall'assente capitano dei granata-celeste. Poco importa, perchè dal corner, affidato a Diociaiuti, nasce la rete di Cappelletti. La risposta della banda di Filoso non tarda ad arrivare, saranno 25 minuti di bombardamenti. Ciononostante la diga degli ospiti sembra tenere botta, il merito, in particolare, è di Andrea Corso e Augusto Pasquali: i due schierano in campo tutta la loro esperienza. A condire ancor di più la partita, come se ce ne fosse bisogno, è il duello ravvicinato tra Di Lillo e il numero 6. Una battaglia ingaggiata a duri colpi, ma che non sfocia mai nel gioco sporco.
5 GOL IN 5 MINUTI - Come il più crudele dei predatori, la ditta di Staibano sfianca l'ultima della classe, per poi colpirla al massimo della sua vulnerabilità. Sono sufficienti appena 5 minuti ai biancoverdi per ribaltare drasticamente la partita. Se fino al 6° minuto di gioco sono ancora gli Hammers a trovarsi in vantaggio, appena 5 minuti dopo il risultato sarà di 5-1. Una raffica di gol che metterebbe al tappeto chiunque, difatti dopo appena due giri di lancette i padroni di casa trovano anche il sesto gol. Gli artefici della rimonta/goleada sono i Fantastici 4: Aquino, D'ambrosio, Croce e Vasselli. Ma i quattro supereroi di Via di Centocelle devono ringraziare un certo numero 88, che, mandato in campo nella ripresa, ha saputo rivitalizzare i suoi.
A COME ANTONINI - A voler essere sinceri la permanenza nella massima serie dello Staibano Gomme non è stata mai messa in dubbio da nessuno. Anche se i miseri undici punti, racimolati in tutto il girone d'andata, di certo non tranquillizzavano. Tuttavia, come annunciato spesso dal patron, dal giro di boa i punti guadagnati sono già raddoppiati, e ci sono ancora 4 giornate da disputare. La Rivoluzione di "gennaio" è stata resa possibile dal ritorno del vincitore della Panchina d'Oro, Filoso, e dal conseguente cambio di mentalità di tutta la rosa. Un altro protagonista, del sovvertimento, è il geometra del centrocampo biancoverde, così lo chiama il suo allenatore. Antonini, risparmiato nel primo tempo, entra in un momento delicato della partita con una calma e una tranquillità, da giocatore esperto e navigato qual è. Il regista/coach riesce a mettere ordine alla manovra dei compagni, che diventa più fluida, dimostrandosi ancora una volta una pedina fondamentale.
Emiliano Pirri
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