Ozzano scalda i motori in vista del raduno di squadra che inizierà tra due giorni. Dopo la cavalcata della scorsa stagione, l’obiettivo è quello di raggiungere la salvezza per poi consolidarsi nella categoria. Coach Grandi è fiducioso e convinto che il suo gruppo possa giocarsela con chiunque nella sfida secca.
Il vostro roster per la B è pronto. Avete scelto secondo il budget o per proporre un determinato tipo di gioco?
"Avendo concluso la squadra già da un mese, e bisogna dare merito al nostro direttore sportivo per il gran lavoro fatto, posso dare conto del perché di certe scelte. L’idea è stata quella di confermare parte dei giocatori che hanno fatto parte del gruppo nella passata stagione, sia per motivi di budget sia perché lo meritavano per quanto fatto vedere sul parquet. A questa ossatura sono stati aggiunti tre giocatori con caratteristiche ben precise: abbiamo cercato dei giovani che avessero fame e voglia di emergere, propensi a lavorare duramente negli allenamenti settimanali. Siamo contenti della squadra che siamo riusciti a costruire, perché sapendo quanto sia complicato in termini economici il salto di categoria dalla C alla B sono consapevole che la società ha lavorato al massimo delle proprie possibilità"
Da neo-promossi l’obiettivo è raggiungere la salvezza. Avere questa certezza può essere limitativo?
"Assolutamente no, è fondamentale partire con la consapevolezza che il nostro obiettivo debba essere la salvezza: sappiamo che non sarà semplice e quindi dovremo lavorare con grande dedizione. Sono convinto che la squadra possa giocarsela con tutti, per le qualità dei miei ragazzi e per tanti altri aspetti, anche perché non vedo nessuna squadra che sia inarrivabile nella partita secca. A livello mentale bisogna approcciare bene ogni partita, pensando di settimana in settimana solo alla sfida singola e non a quello che potrebbe succedere più avanti. Dico questo perché il doversi salvare può portare ad avere una mentalità sbagliata, nel senso che dovremo gestire con calma il calendario e le nostre possibilità guardando quello che è possibile fare di settimana in settimana senza farsi prendere dalla fretta"
"In fase d’attacco, nelle situazioni di transizione offensiva, mi piace avere un playmaker designato ma anche avere la possibilità di proporre uno degli esterni o un lungo con la capacità di portare la palla e poter spingere il contropiede: questo per accelerare il percorso di transizione offensiva e rubare qualche secondo che alla fine sono sempre importanti se si vuole giocare a grande ritmo. In questo gruppo ho dei lunghi molto dinamici che in passato hanno anche giocato da esterni e quindi hanno grande visione di gioco: in questo caso lascio che portino fuori dall’area i lunghi avversari, soprattutto se sono statici, per poi liberare l’area per gli uno contro uno dei miei esterni o anche per dare spazio ad un buon tiratore che può isolarsi spalle a canestro. Ovviamente per poter applicare queste idee ci devono essere i giocatori giusti, che sappiano adattarsi al gioco rapido di transizione; nel basket di oggi è una cosa fondamentale avere più giocatori possibili in grado di saper portare la palla nella metà campo offensiva"
Fabio Bartolini